Stemma Valtorta
Valtorta

"AL TORTA" e le sue Frazioni:
Besigna - Cantello - Carigno - Ceresola - Cà Rissi - Costa - For Nuovo - Fucine - Grasso - Paliata - Rava - Scajato - Scaletto.

Soprannome: "Aocacc" o "Ciodaròi dè Valtorta". "Aocacc" in quanto si sono sempre amministrati il loro territorio con Statuti propri e con Notai che rogitavano in loco. "Ciodaròi" per le innumerevoli fucine di chiodi di tutte le misure e fattezze, che venivano esportati in tutta l'alta Italia.

Strade comunali: 1)- detta dei "Prodini" - 2) Falghera - 3) Forno - 4) Caravino - 5) Girgiolo - 6) Corna grande - 7) Ruina - 8) Coste di sotto - 9) Tegiolo - 10) della Siepe - 11) Scaletto - 12) Paiarola - 13) Grobbia - 14) Possa - 15) Fucine - 16) del Cantello - 17) del Seul conduce al Monte Radice - 18) della Bassa - 19) dei Ciarelli - 20) Costa dei Ciarelli - 21) Gaiadelle.

Sentieri C.A.I.: N. 101.
N. 103: Piani di Valtorta – Rifugio Gazzaniga.
N. 104: Valtorta – Rifugio Grassi.

Valtorta


Leggende e curiosità:
Durante una delle sue frequenti visite, il Cardinale Federico Borromeo (1564-1631), proveniente a cavallo dalla Valsassina, dopo aver valicato i Piani di Bobbio, incontra la popolazione festante di Valtorta ai Piani di Ceresola e in processione si recano tutti insieme sino alla Parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta, dove impartisce la benedizione. Il giorno successivo, è gran festa in paese; il Cardinale visita il territorio e tutti i suoi oratori e decreta in merito. Viene concelebrata la messa solenne durante la quale verrà somministrata la cresima ai ragazzi. Essi sono schierati, vestiti a festa, davanti alle balaustre e, come consuetudine, il Cardinale li interroga per verificare la loro preparazione. Dopo aver posto alcune domande, si rivolge ad un ragazzo e gli chiede: "Mi sai spiegare come Gesù può stare in un'ostia così piccola?". Il ragazzo, dopo aver meditato, gli risponde: " El s'enzègna".

Da Sereno Locatelli Milesi "La Bergamasca".
1620. Valtorta viene divisa per ordine del Senato della Serenissima in due distinti Comuni pur rimanendo unita in un'unica parrocchia. Il confine dei due Comuni era la valle che da Camisolo scende in fondo alla valle di Ornica. Il territorio che si trovava alla destra della valle di confine (e comprendeva oltre al capoluogo le frazioni Torre, Ceresola, Forno Nuovo) formava una prima unità comunale col nome di Valtorta, mentre quello di sinistra (che comprendeva le frazioni di Casletto, Costa, Grasso, Cantello e Rava) formava il secondo Comune denominato "delle cinque contrade". Siccome in questo secondo Comune, che si espandeva verso il Pizzo dei Tre Signori, più vasti e popolati erano i boschi, nell'atto di divisione venne concesso agli abitanti del comune di Valtorta di poter usufruire per il loro fabbisogno del legname dei boschi del comune delle Cinque Contrade. Questo diritto ebbe però a generare gravi dissidi fra gli abitanti dei due Comuni, con petizioni e richieste, odio e liti senza fine; tanto che il Parroco della Chiesa, dovette separare gli abitanti dei due Comuni in modo che non nascessero liti anche nel luogo sacro. Questo stato di cose durò sino al 1755.

Da Nazzareno Regazzoni
Valle Stabina – valle con stabili, cioè abitazioni; nasce sotto il Rifugio Grassi. Il primo paese è Cassiglio (CA' SEI) = SEI CASE. I morti di questo paese li portavano in val Taleggio passando dal passo di "Bacia Morti" (era l'ultimo saluto al defunto perché andava oltre confine). Nella valle "Soglia" c'è una grotta chiamata "ol bùs del colonèl" perché qui si era nascosto un colonnello delle giubbe rosse di Garibaldi. "Ol pas del laegì", dove gli antichi romani si lavavano le mani nel sangue delle bestie che sacrificavano alle divinità. Nella Valle di "Ancogno", chiusa fra le rocce e selvaggia, venivano confinate le persone indemoniate; lì non si ode il suono delle campane e si sentono strani rumori emessi dal demonio. Vi è anche una valle chiamata "Bagiana" che è al confine con la Valsassina, i cui abitanti sono chiamati "Bagià", soprannome citato anche da Alessandro Manzoni. Vi sono pure le marmitte dei giganti. A Fornovo inizia la "Valsecca", senza acqua, in cima alla quale c'è il Monte Cantarso; uomini e donne, nel raccogliere il fieno, cantavano ma, non avendo nulla da bere, ecco il nome "Canto Arso". Sopra Rava è nato il primo paese, ma una voragine lo divorò ed è rimasto questo vasto pianoro chiamato "Piani di Valtorta". "Valle Falghera": sfruttata per il minerale ferroso e se ne ricavava ferro per chiodi; le persone che lo lavoravano nelle fucine erano chiamati i "ciodaròi"; i chiodi erano venduti in Lombardia, Piemonte e Liguria; c'era pure commercio di carbone che veniva prodotto sul posto. Per questo è nato il detto che dice: "A VALTORTA EL GHE NE' E SE NE' ESPORTA".

Valtorta


Toponimi e loro significato:
"Ol Pià del Paròle": luogo di incontro ove si discutevano gli interessi delle tre provincie confinanti al Pizzo dei 3 Signori.
"Castel Rej": punto di osservazione sulla via del ferro; il piccolo castello era luogo di incontri dei signori delle tre provincie e delle loro amanti.
"Gras o Grasèi": luogo fertile e ben concimato dalle bestie che vi sostavano frequentemente e lo "Ingrassavano".
"Ruch – Roncai – Runcalèc": vuol dire che la gente i "Runcaa fò i sciocc", cioè sradicavano il bosco per farne prato e pascolo.
"Calchere": dove c'erano i forni in cui si facevano cuocere i sassi calcarei per ricavarne la calce usata con la sabbia per costruire i muri delle abitazioni.
"Carbunil": fabbricati dove si depositava il carbone.
"Caaler": luogo dove i conducenti di cavalli, si fermavano a dormire, risalendo la Valle Stabina per scendere in Val Biandino.
"Abitacol": piccola abitazione.
"Pajada o Pajadèi": luogo dove si coltivava orzo e segale; si ricavava anche tanta paglia, dalla quale si ottenevano tele grezze chiamate "Tila de Cà".

Episodi curiosi accaduti a Valtorta.
In una famiglia è nato il 12' figlio; poiché c'era una mortalità infantile molto alta, il bambino veniva battezzato lo stesso giorno della nascita; il padre porta il piccolo dal curato per il battesimo; il prete gli chiede come voleva chiamarlo, ma lui risponde: "EL GA MIA MPORTANZA EL FAGHE LU'". Allora chiede se è maschio o femmina, il padre, non sapendolo, e piuttosto seccato risponde!: "EL SIES QUEL CHE SIA PER PIASE' SIUR CURA' EL LA BATEGE".

Per futili motivi scoppiavano liti: due donne vicine di casa in una furibonda rissa una ha preso una mazza di ferro che si trovava nel cortile per spaccare la legna e l'ha scagliata contro l'altra, rompendole una gamba; questa ha esposto denuncia. Il Pretore, prima di dare la sentenza, ha chiesto cosa era questo attrezzo chiamato "mazza" e una delle due gli ha risposto: "LA MAZZA L'E' LA MAZZA DEL ME OM – E SE LU' E'L SA MIA COSA L'E' LA MAZZA E'L PO'L LAGA' STA DE' FA OL PRETUR". Una notte è scoppiata una lite di gelosia fra giovani del posto ed altri che venivano da paesi limitrofi a trovare le loro ragazze. I giovani "Forester" che sono stati feriti piuttosto seriamente hanno denunciato il fatto. Quando il principale testimone che doveva aver visto tutto è stato interrogato dal giudice ha risposto: "CHI ANDAA CHI EGNIA L'ERA SCUR NON SGHE EDIA CI EREI CI NON EREI ME NON SO". E così sono stati assolti tutti; per questa frase gli abitanti di Valtorta sono stati soprannominati "I AOCACC DE ALTORTA".

Anno 1901 da "La Nuova Italia".
Abitanti: n. 800. E' situato in una valle, in un anfiteatro costituito da monti che gli fanno corona e che offrono panorami incantevoli. Ha fonti di acqua ferruginosa. Il territorio montuoso dà orzo e patate, abbonda di praterie di boschi cedui e resinosi, ha una cava di pirite ed una argentifera. È attraversato da strade mulattiere che lo mettono in comunicazione con i paesi limitrofi e con la Valsassina. Vi si tiene un'annua fiera di bestiame. Il paese fu feudo degli Arcivescovi di Milano; fu poi soggetto alla Repubblica di Venezia, reggendosi con propri Statuti.

Anno 1950 – da "Luigi Dodi" m. 938
Nell'alta valle della Stabina è l'ultimo paese, il cui territorio confina con la Valsassina e con la Valtellina. Si ritiene sia d'origine antichissima e si vuole che fin dall'epoca romana vi fosse praticata l'estrazione del ferro. Nei secoli XIV e XV vi funzionavano forni e fucine per la fusione e la lavorazione del metallo, attività che perdurò fino all'Ottocento, caratterizzata specialmente dalla manifattura dei chiodi. Il territorio di Valtorta ebbe statuti propri sin dal sec. XV (essi recano la data 1459) e formò un dipartimento a sé stante, tanto sotto il Ducato di Milano quanto sotto la Repubblica Veneta. Anche la parrocchia, una delle più antiche del contado della Valsassina, fu sino al 1788 sotto la diocesi di Milano.

L'abitato è uno dei pochissimi che si siano sviluppati su falde montane rivolte a settentrione; la ragione di una tale giacitura deve ricercarsi nel fatto che soltanto alla destra del fiume il declivio è dolce e prativo, come un pianoro mentre alla sinistra la montagna è ripida ed aspra. Due nuclei principali: il primo tutto raccolto e serrato attorno alla piazzetta centrale e alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, ricostruita con pianta a tre navate dal 1898 al 1907; il secondo, che forma una contrada sparsa e articolata, col piccolo quattrocentesco oratorio di S.Antonio Abate a fianco del quale il bel campanile quattrocentesco si erge nel paesaggio alpestre fra le umilissime case. Povere case rustiche annerite dal fumo, in alcune delle quali si conserva tutt'ora l'usanza del focolare senza camino nel mezzo dei locali cui la finestra serve di unico sfogo: triste spettacolo ancor più impressionante per l'annerimento delle pareti e per la miseria dei pavimenti in terra battuta; sperabilmente ultime tracce di condizioni di vita che dovranno migliorare.

Nel 500 Valtorta comprendeva nove contrade con 570 abitanti. Nell'800 la popolazione era di 700 abitanti; ai primi del 900 superava gli 800; oggi si aggira ancora sui 700 abitanti. La plaga non offre risorse all'infuori di quelle comuni dell'alta montagna: pascoli e boschi. Abbondanti nevicate d'inverno, clima fresco durante l'estate. La selvaggia bellezza delle cime che attorniano le verdi ondulazioni del luogo produce un effetto, se non lieto, certo pittoresco. Posto di villeggiatura, Valtorta è oggi dotata di case d'affitto e di alcuni confortevoli alberghi.




Tratto dall'Annuario 2006 del C.A.I. alta Valle Brembana