Piazzatorre ai primi dell'ottocento

Premessa
E' sicuramente interessante sapere come era Piazzatorre nel secondo decennio dell'Ottocento. Possiamo immaginarlo leggendo quanto ha scritto Giovanni Maironi da Ponte nel suo famoso "Dizionario Odeporico o sia storico-politico-naturale della provincia bergamasca" edito dalla stamperia Mazzoleni nel 1820. E' davvero piacevole leggere la sua descrizione di Piazzatorre coronata da eminenti rocce merlate, con i suoi duecentosettanta abitanti, mandriani, guidoni e carbonai, posta su di una collina elevata e ben esposta, tra estesi boschi, ridente per le amene praterie. Leggiamo questa pagina col piacere di conoscere la nostra storia e le nostre radici. Piazzatorre, villaggio di Valbrembana oltre la Goggia, pertinenza del distretto e della pretura della Piazza, resta sulla sinistra del brembo superiormente a Piazzolo. E' pur esso in una situazione elevata e ridente, sopra una falda a vari piani, frastagliata da boschi, da prati e da campi a biada, coronata segnatamente alle spalle da eminenti rocce merlate, che torreggiano fra grandi pezzi di montagna granitosa. I suoi duecentosettanta abitanti sono nella maggior parte mandriani, che vanno a passar l'invernata cò loro numerosi bestiami nelle provincie di Milano e di Lodi. Vi sono anche alcun iche si occupano n el far il guidone, o sia condottiere di legnami, che dall'alte montagne mercè l'acque del brembo si traducono alla pianura, e qualch'altro che fa il carbonaio, e il montanista.

La sua chiesa parrocchiale sotto l'invocazione dell'apostolo s. Giacomo, è indipendente da ogni pieve o vicarìa; e questo suo privilegio sta scolpito in una lapide di marmo del MDXXXII sopra la porta. Il suo altar maggiore è ornato di una bella pala del nostro Agostino da Caversenio de l537. E' in nove ripartimenti rappresentanti il Padre Eterno, Maria vergine Addolorata, s. Anna, il s. Angelo Custode, ed i santi Pietro, Giacomo, Gio.Battista, Antonio abb., Rocco, Bernardino e Sebastiano. Piazzatorre ha un territorio estesissimo, ma gran parte sopra scoscese montagne; taluna delle quali col suo piovente verso il nord ci costituisce il confine colla Valtellina. Il suo caseggiato è fatto tutto a disparate le principali delle quali sono Piazzatorre propriamente detto, ove esiste la chiesa parrocchiale, Piazzole, Cigadola, e pegarolo, abitata quest'ultima soltanto allorchè quivi restano le mandre. In Cigadola, la quale quanto a comunità dipende dal villaggio d'Olmo, avvi un oratorio in onor di s. Antonio di Padova, due altri oratori esistono nell'interno del villaggio, uno dedicato a s. Lucia, e a s. Antonio l'altro appartenente alla signorile famiglia Arioli. Da Piazzatorre avvi un difficile passaggio all'altro rampo di Valbrembana detto la Valfondra. Questo villaggio ha di estimo censuario scudi 16123, con cento venti possidenti estimati; resta lontano dalla Piazza miglia quattro e da Bergamo trenta".

E dopo circa 130 anni, siamo nel 1954, ecco cosa dice Luigi Dodi nel suo volume "Paesi della valle Brembana – itinerari urbanistici" sulla medesima località: Piazzatorre (m. 850). A nord-est di Piazzolo questa moderna stazione climatica e turistica si è sviluppata sopra uno stupendo pianoro verdeggiante attorniato da aspre montagne dolomitiche e da folti boschi di abeti e di larici. Gode di un clima asciutto e temperato, perché  protetta contro i venti. La disposizione edilizia connessa al principale tracciato stradale è ordinata e razionale in quanto sparsa ed esposta al sole. Ospizi ed alberghi sfruttano le virtù del clima estivo della località. Numerose ville accolgono la cospicua colonia dei villeggianti. Piazzatorre è poi divenuta stazione di primo ordine anche per gli sport invernali da quando l'impianto di una moderna seggiovia l'ha collegata a due rifugi sul monte Torcola di dove gli sciatori possono compiere bellissime e lunghe discese.

Luigi Dodi



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