Le Acque minerali
risorsa della Valle Brembana (seconda parte)

Con tutto quanto ne è seguito fino a culminare nei primi decenni del secolo scorso quando la cittadina brembana entrò nella mappa delle stazioni termali di caratura internazionale con il trionfo del Liberty esempi tuttora inarrivabili e perciò oggetto di analisi di tale stile architettonico sono il Casinò ed il Kursaal o Grand Hotel che qui esploso influenzò buona parte dell'architettura pubblica, la Centrale idroelettrica di Zogno che è tuttora in buone condizioni ma che avrebbe bisogno di un restauro conservativo, o ancora l stazioni della fu Ferrovia di valle e le Scuole elementari di Via Roma sempre a Zogno.

Sono rimaste memorabili negli archivi le stagioni di S. Pellegrino Terme dove passarono le acque personaggi del jet set internazionale fino al rango di "loro altezze reali", e più tardi i momenti politici, scientifici e culturali, una storia affatto riassumibile in piccolo spazio che si auspica recuperabile anche soltanto in parte ora che il Vialone delle Piante non è più attraversato dal traffico di passaggio e che il centro della cittadina termale, grazie alla opere di riqualificazione urbanistica realizzate nel recente passato dall'amministrazione comunale, ha recuperato vivibilità a misura d'uomo e di turista. Per i dettagli storici dunque si invita ad una lettura della Storia di San Pellegrino Terme di GianPietro Galizzi. Come peraltro si invita alla lettura della Storia di Bracca per i dettagli storici sull'omonima acqua minerale, l"acqua dei vescovi" come si diceva un tempo in paese. Nel suddetto documento c'è un ampio capitolo nel quale Dorino Corna si occupa appunto dell' acqua minerale scoperta verso la metà del 1700, il cui sfruttamento iniziò sul finire del 1800 in un discorso dipanatosi con vicissitudini varie fino ai nostri giorni.

Dorino Corna dettaglia tale storia della quale in questa sede si vogliono evidenziare alcuni passaggi particolarmente interessanti. In prima battuta quello della scoperta della sorgente che era allora un "funtanì" o poco più. Il primo nome dell'acqua Bracca fu "acqua colda del River" dal luogo posto a metà del ripidissimo pendio che dalla contrada Zubioni precipita nel torrente. Osservando la nube di vapore che d'inverno si formava per condensa sopra la sorgente, i vecchi ne avevano intuito proprietà medicamentose e andavano a prendere quell'acqua per curare malanni. Ma la sorgente era quasi inaccessibile e resto tale fino al 1882 quando si completò la realizzazione della strada di fondovalle. L'accesso alla sorgente diventò facile e con lungimiranza gli amministratori comunali dell'epoca si adoperarono per dare un significato economico a quella preziosa risorsa naturale. Sono i tempi dello sviluppo termale di San Pellegrino Terme. Bracca è certamente di minori dimensioni ma non si intimorisce per tale vicinanza.

Ai primi del '900 nascono il Grande Albergo Fonte Bracca restaurato nel passato recente che ai tempi aveva pure un grande parco, la Sala bibite ora elegante recapito turistico di Valle Serina, lo stabilimento di imbottigliamento e Bracca comincia a vivere intense "stagioni" termali. In concorrenza con San Pellegrino Terme? No, complementariamente con un escamotage imprenditoriale e proiettato nel futuro che ha dell'eccezionale per quei tempi. Per motivi ambientali o se si vuole anche soltanto per carenze di spazi a Bracca non si può fare quanto a San Pellegrino Terme ed ecco l'istituzione di un servizio di "giardiniere" o grandi carrozze per un interscambio turistico tra le due stazioni, ed ancora una consistente se non determinate compartecipazione nel progetto della costruzione della funicolare della Vetta e la costruzione magari con un pizzico di sfrontatezza a San Pellegrino Terme dell'Albergo Bracca Excelsior.




Ci fosse oggi una tanto ampia visione della gestione turistica vallare. E si arriva al terzo momento. Bracca ebbe ospiti illustri e tra questi Papa Giovanni che nel 1927 soggiornando ad Ambria presso il parroco don Giuseppe Gabigliani, nel 1927 si curò alla Fonte Bracca testimoniando gli esiti favorevoli della cura in una lettera ora conservata gelosamente negli uffici direzionali dello stabilimento di imbottigliamento dell'acqua. Ultima nata della famiglia delle acque minerali brembane è la Stella Alpina di Moio de' Calvi, acqua leggerissima ed adatta anche ai neonati che sgorga a 1200 metri di quota nel versante orografico destro della valle del ramo di Carona del Brembo. Si conclude qui a Moio dè Calvi l'itinerario delle acque minerali brembane. Un itinerario modesto si dirà. Volutamente modesto si precisa, poichè non c'era pretesa alcuna di scientificità o di rigorosità storica dei dettagli. Semplicemente si intende ricordare ai Brembani ed evidenziare agli ospiti della Valle Brembana che questa valle che per certi versi può essere anche considerata povera, è al contrario ricca: di umanità anzitutto, e quindi di storia, di tradizioni, di cultura ed anche di acqua, un bene che sta facendosi sempre più prezioso e ricercato nei cui confronti per usi e magari abusi che se ne fanno si deve nutrire un profondissimo rispetto.


Sergio Tiraboschi - Foto Manzoni e Galizzi - Annuario C.A.I. alta Valle Brembana - 2003





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