Scrivere in alta Val Brembana tra il 1902 e il 2006
seconda parte

Lenna.
Fu anticamente paese di grande commercio specialmente a motivo della ubicazione sua all'incontro delle due valli: a Lenna erano parecchie ed importanti fucine alimentate dalle ghise dei forni di Branzi: di esse oggi non si trova quasi più traccia, ed il paese non ha altra risorsa all'infuori di quella che gli viene dai prati e dai boschi.

Olmo al Brembo.
Quì il forestiero trova un recentissimo albergo dal titolo molto promettente "Albergo della Salute" provvisto di buona acqua potabile di sorgente, elemento di prima necessità quasi sconosciuto in paese ove la quasi totalità degli abitanti si serve della chiara, fresca, ma pericolosa acqua del Brembo. Come in tutto il restante della Valle Brembana, anche ad Olmo al Bremboi prodotti del suolo si riducono a foraggi e legname, il quale in unione a quello che abbondantissimo viene dalla superiore valle di Mezzoldo, da vita a due seghe ad acqua, di proprietà l'una della ditta Arizzi e Pianetti, l'altra della ditta Regazzoni e Gualteroni.

Cassiglio. E' il primo paesello che si incontra a sinistra della Stabina, secondo l’ultimo censimento ha una popolazione di 365 abitanti, dei quali una ottantina e più emigra, la maggior parte in Francia nove o dieci mesi all'anno, ad esercitarvi il mestiere di carbonaio; rappresentano questi emigranti la arte valida del paese, non restando a casa che i vecchi, gli inabili al lavoro, le donne ed i fanciulli.

Ornica.
Con 239 abitanti è situata fra la Vall'Inferno e quella del Chiusuro. Ha pascoli abbondanti e boschi resinosi di proprietà comunali che danno redditi tali da mantenere florido il bilancio comunale. Anche qui v'era l’industria del ferro ora completamente scomparsa. La popolazione è dedita alla pastorizia se ne togli i boscaioli (Borelèr) che qundo non hanno lavoro in paese, emigrano.

Valtorta.
Con 800 abitanti, era anticamente feudo degli Arcivescovi di Milano; dopo il 1459 passò sotto la Repubblica Veneta che fu larga di libertà agli abitanti, tantochè si ressero con Statuti proprii, eleggendo il Vicario con giurisdizione propria. Nel 1625 il comune fu diviso in due: quello di Valtorta con le frazioni di Fornonovo e Ceresole sulla sinistra della Stabina e quello delle Cinque Contrade alla destra, comprendente la frazioni di Rava, Grasso, Cantello, Costa e Scaletto. La miniera di piombo argentifero, che probabilmente è quella di Camisolo, anche attualmente in attività con 80 operai circa, era lavora ta anche nel 1488. L'industria del ferro, quantunque da tempo più non si estraesse in sito, durò fino a questi ultimi tempi, massimamente per la fabbricazione dei chiodi da cavallo, da scarpe da zoccoli, e fu florida tantochè la ditta Fratelli Regazzoni verso il 1861 era fornitrice dell’esercito austriaco dei chiodi da cavallo; dopo il 1880 andò decadendo al punto che oggi non se ne ha più traccia; le trenta e più fucine furono man mano scoperchiate del tetto dai proprietari per essere esonerati dalle tasse di fabbricati e di ricchezza mobile. Valtorta è un paese disgraziato; scomparsa l’industria del ferro, che dava un certo benessere a quelle popolazioni, fu colpita il 21 febbraio da un'immane valanga che fece 27 vittime; come se ciò non bastasse, stavasi costruendo la strada carreggiabile che doveva allacciarla a Cassiglio e quindi al resto della Valle Brembana, quando il 29 giugno 1890 un'alluvione non mai vista a mente d'uomo, oltre agli danni, asportava completamente quanto della strada era stato costruito. Il Valtortino è un tipo geniale, fino osservatore e dotato di un umorismo, che alcune volte eccede nel caustico; non per nulla, come del resto fu affibbiato a tutti i paesi della Valle un soprannome, esso porta quello di "scienziato" (aocàc). Ad un professionista con tanto di laurea, che stava giocando a carte con un contadino di lassù, quest'ultimo non riusciva a far capire una certa questione di gioco, cosicché, vedendolo refrattario a comprendere quanto andava esponendogli, il contadino finì per concludere. "Sa, cosa l'ha da fà, sior dutùr? El vaga a Pavia a fas dà indre i sò solc".

Averara. E' posta ad un'altitudine di 636 m., conta 560 abitanti; è nell'estate abbastanza frequentata, e meriterebbe di esserlo molto di più, da villeggianti che possono trovare sufficienti comodità in varie trattorie e più ancora in belle case signorili. Aveva, come Valtorta e Taleggio, Statuti propri, e si eleggeva il proprio giudice ed era esente con il suo contado da ogni gravezza. In una antica pergamena, che tratta dei privilegi di Averara, si legge che il Doge Francesco Foscari nel 1443 privilegiò queste Valli.

Cusio.
Piccolo Comune della Valle Averara a circa 750 m. sul livello del mare e con popolazione di 498 abitanti, stende il suo territorio sino ai confini della Valtellina. E' abbastanza ricco di pascoli e di boschi, tra cui principalmente notevole è la grandiosa pineta del monte Avaro; fra gli altri prodotti del suolo sono da annoverarsi segale, frumento e granoturco.

Santa Brigida.
Per la sua amenissima ubicazione, è essa pure frequentata da villeggianti, i quali vi possono trovare degnissimi alloggi in case pulite e villette. Il suo territorio è ricco di gesso e di marmo nero, dai quali prodotti si potrebbe trarre molto maggior vantaggio se vi concorressero i due fattori indispensabili, iniziativa e facilità di mezzi di trasporto. La sua Chiesa Presbituriale è di rito Ambrosiano ed apparteneva anch'essa, fino al secolo scorso, come le altre della valle (orientale), alla Plebania di Primaluna in Valsassina. Dal paesello di Olmo si diparte, verso il Nord, la Valle di Mezzoldo; la Frazione di Malpasso è antico fortilizio; ora si è abbellito di recenti costruzioni e vi si trova buona osteria condotta dal Signor Domenico Gennati all’insegna degli amici. Più avanti trovasi la segheria e fabbrica di cannucce dei Signori Gualteroni e Regazzoni e poco oltre la segheria de signor Domenico Arizzi. Proseguendo sulla strada che conduce a Mezzoldo, questa si porta sulla riva sinistra del Brembo con un bel ponte e poco oltre si scorge un altro bel ponte di questa antica strada veneta.

Piazzatorre.
Con i suoi 788 abitanti, è un ridente paesello che, una volta migliorati i mezzi di accesso, diventerà stazione climatica di primo ordine. Ora vi si sta erigendo un grandioso ospizio per la cura climatica dei bambini gracili ed anemici, per incarico dell'Opera bergamasca per la salute dei fanciulli. In questi anni in mancanza di locale adatto, essi furono ospiti della singora Antonietta Arioli Rossi, che con gentile e minifico atto, permise si occupasse il suo palazzo. Nella Chiesa, collocata in bellissima posizione, si ammirano preziosi arredi antichi ed un confessionale voluto dal Fantoni. La pala dell’Altare maggiore è di Augustinovus Gavorsenius. Il campanile svelto ed elegante è tutto di sasso serizzo e fu costruito nel 1709. Vi sono due discreti alberghi, quello delle Basses Alpes condotto da Berera Santo e quello della Pace condotto da Arioli Anzano.

Mezzoldo.
Ha una bella Chiesa recentemente dipinta e ricca di arredi sacri e di buoni dipinti. Il turista trova in Mezzoldo due alberghi: quello di Villa San Marco, condotto da Balicco Stefano, e quello condotto da Lazzarini Samuele, oltre numerose osterie. L’antichissima cantoniera detta di "Cà San Marco" è circondata da alti monti; la vista perciò è molto limitata. Buon albergo e gentile trattamento dell'albergatore Paleni Giuseppe, che colà passa anche l'inverno fra molti metri di neve. Una volta celebre come passaggio commerciale tra la Valtellina e la Bergamasca, ora questa strada non serve che per mandriani e turisti.

Bordogna.
Teatro nel medioevo di aspre lotte fra Guelfi e Ghibellini, conserva ancora i ruderi di un antico castello diroccato nel secolo XVIII: oggi non ne rimangono che alcuni muraglioni di cinta ed una galleria sotterraneo che lo mettevano in comunicazione con una torre, oggi pure diroccata, in contrada della Casa. Si arriva al castello seguendo la vecchia strada mulattiera detta "Cavallera" che dalla piazza centrale di Bordogna mette alla contrada della Casa, poi quella già di Forcella, ove ebbe i natali il cardinale Cavagnis. Quivi venne a ricordo affissa una lapide, e la contrada venne chiamata "Contrada cardinal Cavagnis". In questa, sfida i secoli una chiesetta che fu già parrocchia di Bordogna, Baresi e Fondra. A Bordogna e Baresi prospera la vite e fanno bella mostra di se stessi frutteti, mentre poco più in su, fra Roncobello e Capovalle si stende rigogliosa selva d'abeti.

Baresi.
Esso conta una popolazione di circa 260 abitanti, è ad 810 metri sul livello del mare e con esposizione a sud-est. La strada che conduce a Roncobello si svolge con dolce pendio fra verdi praterie, poi prosegue in mezzo al verde più scuro d’alberi che rivestendo la vera roccia lasciano di tanto in tanto intravede che travolge le acque spumeggianti in fondo alla valle.

Roncobello.
E’ nell’estate fresca dimora ai villeggianti che ne possono apprezzare l’aria salubre e la posizione invidiabile, anche come sito di partenza per numerose gite sui pascoli e sulle vette circostanti. Poco oltre lo sbocco della Valsecca nel Brembo ed il punto ove si diparte il tronco per Bordogna, la strada provinciale per Branzi si inoltra in un’orrida gola incassata fra due ripidi muraglie che paurosamente incombono sul aviatore. Oltrepassata la quarantaduesima pietra miliare la valle si fa un po’ meno angusta ed allora appare il villaggio di Fondra, posto per così dire a cavagliere del Brembo.

Fonda.
Ha un buon numero di frazioni, la più alta è Pusdosso, le altre sono Viapiana, Cornello, Foppa e Forcella, l'una dall’altra separate da piccole vallette, che se accrescono vaghezza al paesaggio sono di non lieve incomodo al vindante qui allungano di molto il cammino. L'industria del legname vi è ancora abbastanza attiva e le ditte Paganoni e Vitali vi posseggono due seghe ad acqua. E' tradizione antica che nelle viscere dei mondi di Fondra esistano miniere d’argento, di rame e di ferro.

Trabuchello.
Così detto forse dalla sua pericolosa situazione fra erte pendici. E' memorando il caso terribile occorso il 22 gennaio del 1810: una voluminosa valanga si riversò sopra una contrada del paese atterrandone metà e seppellendo fra le rovine 28 persone delle quali soltanto otto poterono essere liberati dopo due giorni di lavoro indefesso. Trabuchello ha staccate dal suo maggiore caseggiato le contrade dette Isola e Piazzola: il suo territorio consiste in pochi campicelli a melicotto, in prati e boschi. L'ultimo censimento gli assegna abitanti 150 circa.




Tratto dall'Annuario 2005 del C.A.I. alta Valle Brembana




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C.A.I. alta Valle Brembana




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